Pittore del drappellone del 16 agosto 1990
Autodidatta, esordì nel 1968 con la sua prima esposizione personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze.
Durante gli anni settanta avviò una serrata ricerca sul libero accostamento di oggetti e figure all'interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada e della Pop Art. In questi anni sperimentò diverse tecniche pittoriche, nelle quali coniugava colori fluorescenti, decalcomania, collage, trasposizioni fotografiche. Tra il 1972 e il 1973 espose nelle principali gallerie private di Firenze, presentato dal poeta e amico Alfonso Gatto.
Negli anni '80 ottenne i primi riconoscimenti ufficiali, con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982 e alla X e XI Quadriennale di Roma.
Intrattenne rapporti di amicizia con diversi scrittori: Domenico Rea, Alfonso Gatto, il Nobel José Saramago, Edoardo Sanguineti che nel 1974 gli dedicò diverse poesie, e Goffredo Parise, che nei primi anni '80 scrisse un saggio fondamentale sulla sua pittura.
Nel 1990 dipinse il "Cencio" per il Palio di Siena, il drappo che viene assegnato al vincitore. Si affermò sulla scena artistica nazionale nel 1993, in occasione della mostra antologica allestita presso Palazzo Reale di Milano dove presentò un importante nucleo di opere che ripercorreva il suo percorso artistico fino ad allora intrapreso. Coi suoi paesaggi a carattere fantastico raggiunse la maturità artistica, caratterizata da un cromia vivace e brillante e da una tecnica pittorica originale, che combinava stesure materiche a raffinate campiture di colore levigato e trasparente.
Nel 1999 espose a Firenze nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, il suo autoritratto, acquistato in seguito dal museo stesso. Nel 2009 espose una personale di 45 opere al Beijin Today Art Museum di Pechino, al Centro per l'Arte Contemporanea SunShine di Shanghai ed al Museo di arte contemporanea di Kunshan, città satellite di Shanghai.
Nel 2011 a Città di Castello tenne una personale intitolata "Gelo". Intervistato da Italian Art Magazine, dichiarò che il nome trovava ispirazione da una citazione dello scrittore Franz Kafka che Alinari parafrasa così: “Un quadro è un'ascia per spaccare il gelo che è dentro di noi”. Alinari alla stregua dello scrittore, attribuisce il compito del disgelo alle sue ultime opere, che rispetto a quelle degli anni sessanta e settanta, si colorano del vigore del rosso, quasi a voler destare chiunque le osservi, perché sia consapevole di ciò che il mondo sta vivendo: il gelo.
Sempre nel 2011 disegnò il logo dei Mondiali di Ciclismo 2013, che per la prima volta ebbe alcune tappe in Toscana. Il logo, nella spiegazione dell'Autore, nelle linee essenziali di una bicicletta, con il telaio che diventa l'orlo di una collina, racchiude un profilo rinascimentale, un accenno di paesaggio italiano con gli immancabili cipressi, ma anche la razionalità della linea e della nuova prospettiva umanistica. La Federazione aveva inizialmente chiesto all'artista di allestire anche un'esposizione pittorica, ma egli optò per un'opera più singolare, "un'installazione formata da varie opere concatenate, ognuna sorretta da una bicicletta, a sua volta poggiata su un'altra opera, di nuovo sorretta da una bicicletta", che avrebbe dovuto essere collocata nel punto di arrivo della gara, in centro a Firenze.
Nel settembre 2011 presso il Palazzo Medici del Vascello di Asti venne ospitata una importante personale dell'artista nella quale presentò le sue nuove espressività figurali con le "regine dei sogni”, creature feeriche che emergono dai paesaggi incantati e trovano spazio sulla copertina del magazine Art & Wine n. 20, diretta dal critico d'arte Fabio Carisio, curatore della mostra ed anche delle Art & Wine Gallery personali di altri maestri storicizzati quali Giorgio De Chirico e Giovan Francesco Gonzaga.
A giugno 2013, Alinari inaugurò una mostra personale allo Spoleto Art Fair.
tratto da wikipedia