Pittore del drappellone del 2 luglio 1970
Carlo Semplici è nato a Siena il 2 dicembre 1929. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, allievo del Prof. Primo Conti, all’Accademia Brera di Milano, sotto il Prof. Aldo Carpi e nell’incisione col Prof. Disertori. A Milano ha frequentato l’ambiente di attristi e neorealisti durante l’ultimo anno di studi, ma nulla ne ha risentito la sua pittura, tenuta su base realistica. Ha partecipato a diverse mostre collettive e nazionali ottenendo premi e riconoscimenti, tra i quali: 1° premio “Rinascita” ex-aequo, Siena; 1° premio manifesto Mostra dei vini, Siena; 1° premio “Festa dell’uva”, Siena; 2° premio Mostra di Pittura Nazionale ENS, Roma, 1955; 1° premio Manifesto Casse di Risparmio, 1956; 1° premio ex aequo “La rivolta in Ungheria”; 1° premio di pittura internazionale F.M.D., Rona 1957; 3° premio arte italiana ENS, Mosca, 1968; 1° premio di pittura estemporanea “Vagliagli”, 1969; 3° premio di pittura estemporanea “Lucignano” 1979; 1° premio internazionale per la grafica, bianco e nero “Maggio romano”, 1971; 2° premio di pittura “Valbruna”, 1971. Molti sono i critici che si sono interessati della pittura di Carlo Semplici; riportiamo qui alcuni stralci indicativi.
“…Se si potesse dire che il carattere dell’uomo, o meglio la sensibilità, si concretizza, si fa sostanza e in questo caso pittura, diremmo che questa di Carlo Semplici esprime è denso, ed interiore. Il colore è pastoso e tuttavia fluido; i passaggi sensibilissimi, la pennellata costantemente in funzione costruttiva e formale, danno misura dell’attenda ricerca, della consapevole aderenza della costanza pittorica al contenuto, e di una notevole maturità artistica… I temi abituali di Carlo Semplici: i tetti, le case, li ritroviamo espressi ogni volta con intensità maggiore, né sapremo dire se è il tema pretesto per una cromatica delicatissima o se la poesia dei vecchi tetti offre al pittore il destro per un’opera anche contenutisticamente aderente. Sta di fatto che la pittura di Semplici, è diventa corposa, e rimanendo pittura attraverso trasposizioni di colore che conducono per consapevoli pennellate ad espressioni di compiutezza pittorica e poetica. Certi verdi che il pittore adopera, per i suoi paesaggi, sono più che colore” (Argo,1993)